Benefattori

Benefattrici e benefattori hanno fatto nei secoli le fortune dell’Ente. Le donazioni per atto testamentario divennero prassi consueta poco dopo lo statuto di rifondazione del 1262.

Fecero parte dei lasciti, soprattutto nei secoli quattordicesimo e quindicesimo, anche l’assegnazione del patronato di cappelle o di chiese, come avvenne con l’oratorio dei S.S. Lorentino e Pergentino, dopo il 1363. Generalmente i lasciti consistevano in terre, case e denaro, da amministrare per la conservazione del patrimonio e per l’investimento delle rendite eccedenti in azioni caritative, quasi sempre prescritte dai testatori.

Le ricchezze incamerate dal Quattrocento in poi, grazie, per esempio, alle eredità di Lazzaro di Giovanni di Feo Bracci, di Mariotto Cofani e di Giorgio Vasari furono in parte utilizzate per le grosse opere pubbliche, dall’ampliamento della sede al Palazzo delle Logge, entrambi in piazza Grande. La politica lorenese di contenimento della manomorta e in genere della proprietà fondiaria vincolata pose fine alle devoluzioni in favore della Fraternita. La tradizione tornò ad essere onorata tra Ottocento e Novecento; i maggiori donatori del secolo scorso furono Giuseppe Ninci con un grosso patrimonio in Civitella in Val di Chiana e i coniugi Occhini, titolari di proprietà in Castiglion Fibocchi.

I ritratti dei benefattori furono commissionati dalla Fraternita ai pittori che dal Settecento sussidiava per frequentare i corsi dell’Accademia fiorentina di Belle Arti. Malgrado i diversi traslochi, le effigi di quei personaggi costituiscono ancora oggi, nella sede dell’ente, l’autorevole decoro della stanza del Magistrato.

Nei tempi contemporanei l’impegno dei Cittadini verso la più antica Istituzione si è mantenuto seppure con modalità diverse.
Le “donazioni” in favore dell’ente assumono spesso la forma della “sponsorizzazione” di iniziative culturali condivise, o quella dell’accollo delle spese di restauro di opere d’arte della Fraternita dei Laici.

In tale linea si collocano il contributo di Montedison-Syremont per il restauro della facciata del Palazzetto di Fraternita di Piazza Vasari, nonché la collaborazione avviata con il club service Inner Wheel che, per interessamento delle Presidenti che negli anni si sono succedute, ha contribuito e contribuisce con continuità al restauro di disegni del fondo ottocentesco “Bartolini” creando, un significativo legame con la Collezione.

Con spirito analogo il club service Rotary Arezzo Est ha contribuito al restauro di due importanti quadri conservati nella sede dell’ente. Il riconoscimento all’ente di Istituzione impegnata nella conservazione e valorizzazione del suo immenso patrimonio culturale ha dato spunto ad un privato cittadino per donare all’ente due opere del musicologo ottocentesco Cosimo Burali-Forti, al fine di ricongiungerle al fondo musicale conservato in Fraternita. Particolare il rapporto stretto con Banca Etruria, Istituto di Credito cittadino che, in tale veste e nell’ambito del suo ruolo in campo culturale, è patrocinatore di molte iniziative culturali proposte dalla Fraternita dei Laici.

Bibliografia:

I. Biagianti, Povertà e assistenza durante l’ancien régime: la Fraternita dei Laici di Arezzo nelle riforme leopoldine, in “Cultura e società nel settecento lorenese” di autori diversi, Firenze, 1988, pp.102-113

E. Agnolucci, In visita alla quadreria ottocentesca della Fraternita, in “Annali Aretini”, III, 1995, pp. 78-83